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01 dic 2012

Luca Trevisani

Luca Trevisani per Mandranova

Dinghedidinghe

Non c’è niente di assoluto, di determinato, nel lavoro di Luca Trevisani (Verona, 1979. Vive e lavora tra Berlino e Milano) tutto gioca su un equilibrio instabile, sulla ricerca di cristallizzazione di un’idea. Una volta che il pensiero sembra definirsi ecco che tutto muta, implode per poi configurarsi in una nuova cosa. Un flusso continuo, un passaggio di energie che struttura la materia in una molteplicità di declinazioni.

Come un processo mercuriale, Trevisani prende un elemento per trasmutarlo in altro e diventa evocazione di un pensiero o il suggerimento di una forma. La scoperta del fenomeno di traslazione, come suggerisce la filosofia di Jung, che trovò nella sua psicologia analitica molte affinità con l’alchimia, sembra diventare la proiezione di contenuti psichici inconsci. La natura è il punto di partenza, il pretesto effimero e plasmabile per realizzare mondi interiori in continua metamorfosi. La fisionomia di piante è modificata nella sostanza ma non nell’estetica, identificabile anche grazie ad elementi reali che rendono più terreno e vivido questo suo viaggio intimo. Non c’è un interesse verso la materia, ma verso l’espediente. Foglie di fico d’india, realizzate con forme di poliuretano espanso, si affastellano su un supporto longilineo che sembra sorreggerle appena. Il candore di una coltre di vernice  ne riscrive il carattere, illudendo lo sguardo e coprendo l’artificio. Oggetti sospesi oscillano leggeri a proseguire l’idea cinetica di un processo costruttivo. Un video mostra immagini trasfigurate, caleidoscopiche macchie nere infrangono la luce, concrezioni digitali o figurazioni al microscopico che ruotano perennemente. Sembra lava che ribolle, fluido in continua variazione. Alla Sicilia Trevisani dedica questa mostra dal titolo DinghediDinghe, un gioco di parole che ricorda un idioma autoctono, in verità risultato della ripetizione del vocabolo tedesco del significato cosa. Niente di definito, niente di immediatamente riconducibile, cose, precipitati culturali che queste suggeriscono. È Un rebus visivo dalla risoluzione dubbia, complesso nei significanti, minimale nella soluzione finale.

Luca Trevisani per Mandranova

Luca Trevisani per Mandranova

Luca Trevisani per Mandranova

Luca Trevisani per Mandranova

Luca Trevisani per Mandranova

Luca Trevisani per Mandranova

Luca Trevisani per Mandranova

Luca Trevisani per Mandranova

Luca Trevisani per Mandranova

postato da: amm.mandra